NEWS ottobre 2020: IL COMUNE DI SASSARI TASSA LA TRASPARENZA, LINFA VITALE DELL'URBANISTICA PARTECIPATA.

 

Il diritto di accesso agli atti è fondamentale per controllare l’operato della Pubblica Amministrazione e, pertanto, un articolo pubblicato dalla Nuova Sardegna il 23 settembre scorso, intitolato “Sassari, Comune: l’accesso agli atti si pagherà a peso d’oro” ha suscitato un forte interesse.

 

 Il pezzo fa riferimento ad una Delibera di Giunta del  15 09 2020 che avrebbe aumentato il prezzo del diritto di accesso agli atti al Comune di Sassari in maniera sorprendente rispetto a prima. È scritto nel pezzo che la Giunta Campus ha deciso di aumentare il listino prezzi dell’accesso agli atti per adeguarsi ai nuovi tempi ovvero alle vacche magrissime.  Il diritto di accesso diventerebbe una vera e propria tassa resa per far fronte alle spese che il Comune sostiene per la ricerca degli atti: un ora di ricerca varrebbe ADDIRITTURA  50 euro.

 

Non può essere vero. Il giornalista ha preso la solita cantonata. Ha scambiato cavoli per carciofi. I geometri, gli architetti, gli ingegneri, gli agronomi, i pianificatori avrebbero già assediato il palazzo del Duca dell’Asinara e Campus sarebbe stato costretto al confino sull’Asinara. Peraltro neanche un anno fa il listino prezzi era stato già adeguato almeno  per l’Edilizia

 

Per avere chiarezza si deve attingere direttamente dalla fonte. La delibera di giunta è la n. 250 del 15 settembre c.a.

 

In effetti l’articolo non riporta esattamente la verità. La delibera si riferisce esclusivamente ai “costi per la ricerca, visura e riproduzione degli atti e dei documenti amministrativi di competenza del Corpo di Polizia Locale”.

 

 A parte l’illegittimità evidente della delibera che viola espressamente la gratuità dell’accesso sia rispetto alla normativa sull’accesso agli atti (l.241/90), sia ancora di più rispetto all’accesso civico generalizzato (d.lgs. 33/2013), la notizia “BUM” è un’altra.

 

Qualcuno del Comune dovrebbe spiegare alla cittadinanza come mai gli accessi alla polizia municipale dovrebbero costare di più rispetto agli accessi che si fanno al settore Edilizia o al settore Cultura.

 

Per quale stravagante ragione la copia di un verbale della polizia muncipale per incidente stradale è più oneroso della riproduzione di una planigrafia di lottizzazione? Per quale recondito segreto il personale del SUAP non costa 50 € ad ora per effettuare la ricerca di un documento?

 

Potrebbe essere che negli archivi della Polizia Municipale cerchino le pratiche i funzionari di fascia economica f1 , quelli che hanno uno stipendio più o meno pari ai € 1.400 netti, mentre nell’archivio dell’Edilizia siano assoldati lavoratori socialmente utili a progetto che prendono 3 euro all’ora tipo i lavoratori in nero che la ministra Bellanova ha cercato di regolarizzare. Potrebbe essere, ma che lo scrivessero in delibera.

 

Altrimenti viene il sospetto che il Comune sia un tipo estremamente umorale incapace di svolgere la sua funzione di tutore dell’interesse pubblico.

 

Infine,  se è baldanzoso stabilire che la delibera sia immediatamente eseguibile a decorrere dal 1 gennaio 2020, fa riflettere il fatto che ad oggi  gli avvocati e le società di assicurazione non abbiano ancora chiesto in autotutela la revoca della delibera visto che la stessa interessa prima di tutto la loro attività lavorativa.

 

In allegato troverete a confronto la delibera n. 42 dell’11 febbraio 2019 proposta dall’Edilizia e quella qui trattata proposta appunto dalla Polizia Municipale con i rispettivi allegati.